Da un paio di giorni il mio PC fisso, un vecchietto di 6 anni e mezzo suonati assemblato con un caro amico, dava segni di cedimento. Gravi. Finché ha iniziato a non accendersi più, o meglio ad accendersi e spegnersi subito dopo.
Dopo molte imprecazioni, l’accurata consultazione tramite pc della mugliera di innumerevoli guide online, altre imprecazioni, e infine la minuziosa rassegna dei vari componenti hardware mi hanno fatto capire che il disco fisso principale stava tirando le cuoia. Poco male, i dati importanti sono backuppati. Scollegato, impostato un altro disco come master, è ora di formattare. L’ora è tarda e io non ho più il fisico, ma ormai sono in ballo.
Scelta ovvia, nuova versione di Kubuntu, dato che era il sistema installato sul pc da un paio d’anni e con cui mi trovo benissimo.
L’installer di Kubuntu 13.10 per qualche strano motivo fa le bizze, mi mostra le voci di tutti i menù a tendina non leggibili. Dopo qualche tentativo, desisto. Si insinua in me una strana idea.. uhm… Mint ha appena rilasciato le RC della versione 16, Petra, sono praticamente stabili. Cià che provo la versione con Cinnamon!
Tre quarti d’ora dopo accedo al sistema. L’avevo provato poche volte, e l’ultima nella versione 1.6 del DE, su macchine virtuali. L’avevo trovato carino ma un po’ “chiodoso” per usare un termine tecnico… parecchio pesante. E invece, prima piacevole sorpresa: Cinnamon 2.0 è scattantissimo!
Ci sono alcuni aspetti ancora da limare secondo me, alcuni comportamenti che mi sembrano poco logici o inutilmente complicati, ma in generale ho avuto la sensazione di un ambiente già abbastanza maturo e molto curato. Ho anche spostato il pannello, installato Cairo-Dock e giocato un po’ con qualche impostazione.
Lo userò quotidianamente e conto di raccontarvi le mie impressioni in modo più strutturato in una recensione di Linux Mint 16 Cinnamon non appena verrà rilasciata in versione stabile. Per ora questo ambiente alla cannella è per me una piacevole sorpresa.
