La mia recensione di OpenSUSE 13.1 KDE

OpenSUSE, anzi all’epoca solo SUSE, fu la seconda distribuzione Linux che provai dopo Mandrake nel 2004-2005. Molto curata ed elegante ma un po’ pesantuccia. E a distanza di 6 anni, con la 11.4, il giudizio restava più o meno lo stesso.

Con l’uscita dell’ultimo rilascio stabile ho voluto dare un’altra occhiata. Ecco così la mia recensione di OpenSUSE 13.1. Ho deciso per ora di provare la sola versione KDE, scaricando l’apposita immagine Live KDE dal sito del progetto.

opensuse13.1-10

Avvio il CD, accolto da una schermata di benvenuto multilingua, italiano compresto, e poi lancio l’installatore.

opensuse13.1-01

L’installer grafico è abbastanza classico, chiede lingua e disposizione della tastiera, e di accettare l’accordo di licenza.

opensuse13.1-03

Poi fuso orario predefinito.

opensuse13.1-04

E partizioni. Di default suggerisce di creare una partizione separata per la home.

opensuse13.1-05

Poi creare un utente.

opensuse13.1-06

Riassunto delle opzioni prescelte.

opensuse13.1-07

Altre immagini del processo d’installazione:

opensuse13.1-08

 

opensuse13.1-09

Riavvio.

opensuse13.1-10

Modalità verbosa vecchio stile con un po’ di info sulle operazioni in corso…

opensuse13.1-13

..e la seconda e ultima parte dell’installazione viene completata. In totale una mezz’oretta, comparabile con i tempi d’installazione di Ubuntu.

opensuse13.1-14

Primo accesso

Eccoci dunque alla schermata di login. Accedo con le credenziali che ho creato in precedenza.

opensuse13.1-15

L’ambiente KDE 4.11 si carica…

opensuse13.1-16

…e appare la scrivania. Ecco comparire anche una finestra di supporto con informazioni utili sulla distro. E’ in inglese perché – probabilmente per qualche dimenticanza mia – i pacchetti per la lingua italiana non sono stati installati.

opensuse13.1-17

Una cosa che apprezzo di openSUSE è il fatto che gli sviluppatori si sforzino di personalizzarne gli aspetti estetici. Ad esempio – a differenza della stragrande maggioranza delle distribuzioni KDE-centriche – presenta sì il plasmoide “vista cartella”, ma non lo lascia vuoto. Lo riempie con icone di programmi (Firefox, LibreOffice) e dell’aiuto online. Almeno l’utente nuovo di KDE può trovarla di qualche utilità.

opensuse13.1-19

Provo a giocare con la configurazione, dal centro di controllo, che è il tipico pannello impostazioni di KDE.

opensuse13.1-20

Usare il sistema

Di default la scheda di rete non è riconosciuta. Avvio il gestore delle reti e configuro il dispositivo. Pochi minuti dopo sono in grado di aprire Firefox e navigare.

opensuse13.1-21

Provo subito un video di YouTube. Il plugin flash non è stato installato, così cerco di farlo dalla finestra di dialogo che me lo propone.

opensuse13.1-22

Ecco che ci prova:

opensuse13.1-23

Più di 10 minuti dopo nessun segno di progresso. Decido allora di scaricare il pacchetto direttamente dal sito di Adobe.

opensuse13.1-24

Pacchetto installato e video funzionante 🙂

opensuse13.1-25

Già che ci sono approfondisco un po’ la gestione dei pacchetti. Cercando dal menù principale trovo un Software Center e un Install/remove software. In realtà puntano entrambi allo stesso programma, il Software Center appunto, che altro non è che il buon vecchio YaST, da sempre conosciuto e apprezzato dagli utenti SUSE.

opensuse13.1-27

Eccolo. Devo dire che me lo ricordavo meglio. Abituato ormai all’Ubuntu Software Center, Muon e Mint Software Manager, i vecchi gestori di pacchetti sembrano vetusti.

opensuse13.1-28

Cerco i pacchetti della lingua italiana per KDE. Mi mostra i pacchetti selezionati e le dipendenza, e poi procedo. Spartano ma il suo lavoro lo fa bene. Forse le origini tedesche della distribuzione emergono anche da questi dettagli 😉

opensuse13.1-29

 

opensuse13.1-30

Sebbene l’altra voce di menù puntasse sempre a YaST, un altro gestore di pacchetti esiste. E’ il gestore predefinito di KDE ed è raggiungibile dal pannello di gestione KDE (System Settings).

opensuse13.1-31

Questa è una cosa che mi aveva un po’ infastidito anche nella 11.4: la ridondanza degli strumenti. Se utilizzi YaST, allora rendilo l’unico gestore delle applicazioni, come Muon su Kubuntu. Oppure scegli di affidarti al gestore di KDE. Ma tenere entrambi secondo me fa solo confusione.

A differenza della versione 11.4 però, le prestazioni sembrano buone, anche se sto utilizzando una macchina virtuale con circa un giga e mezzo di RAM. Apriamo il monotor di sistema per verificare i consumi:

opensuse13.1-32

Ed ecco qui sopra i consumi tenendo aperti anche dolphin (gestore file), Firefox e LibreOffice.

opensuse13.1-33

Decisamente soddisfacente.

Provo a cambiare lo sfondo, poi decido che ho visto a sufficienza.

opensuse13.1-34

Conclusioni

OpenSUSE si conferma un’ottima distro per KDE. Non ho ancora avuto modo di provarla con altri ambienti di lavoro, ma KDE è storicamente quello di riferimento per questo sistema operativo. Gli sviluppatori sembrano aver lavorato molto sull’ottimizzazione delle prestazioni. La grafica e l’estetica sono curate come sempre. La scelta dei programmi predefinita copre tutte le principali esigenze, dalla navigazione web con Firefox, alla produttività con LibreOffice e Kate, tutti in versioni aggiornate.

L’unico neo che trovo è, come scrivevo sopra, la ridondanza nella gestione del software. Inoltre ho incontrato qualche problema con il plugin flash e la lingua italiana, ma probabilmente installando dalla iso del DVD completa anche questi pacchetti sarebbero stati inclusi.

Per ora sui miei pc principali resteranno Ubuntu e Mint, una sua derivata. Ma la distro del gecko è sicuramente un sistema solido e su cui vale sempre la pena tenere un occhio.

 

 

  • LORENZO “LOLLO” SPADONI

    A me la lingua me l’ha fatta scegliere, ma l’ho messa inglese, e flash me lo ha installato, ma poi finita l’installazione l’ho buttato nel cesso, perchè mi fà schifo.
    Hello! 🙂