La mia recensione di Semplice 6

A pochissimi giorni dal rilascio di Semplice 6, nuova versione della distro leggera Made in Italy, ho voluto provarla per qualche ora su una macchina virtuale per farmene un’idea. Era la mia prima esperienza con questa distribuzione. Eccovi quindi una breve recensione di Semplice 6.

Installazione

Inizio subito col dire che l’installazione rispecchia il nome del SO: è stata semplice. Semplice, rapida e indolore, con un installer ben fatto. Avviando la iso (circa 630 MB) ho scelto di installare sul disco della macchina virtuale a cui ho dedicato 1 GB di RAM, senza provare la distribuzione live.

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Schermata di benvenuto, in inglese.

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Selezione della lingua. Un’opzione carina è che si può non installare le localizzazioni di altre lingue al di fuori di quella prescelta, per risparmiare spazio.

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Purtroppo però la scelta della lingua non cambia l’installatore, la cui interfaccia rimane in inglese. Pazienza ma peccato.

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Si prosegue in modo classico, con la selezione della disposizione della tastiera. Poi viene proposto di controllare se l’installer può essere aggiornato. Essendo questa distro una rolling-release, ossia con un ciclo a rilascio continuo, è buona norma cercare updates. Ma la iso è di pochi giorni prima e tutto è già aggiornatissimo.

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Proseguiamo scegliendo il fuso orario…

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…e creando il nostro utente. Volendo è possibile non permettere a questo utente di utilizzare sudo per avere permessi amministrativi, ma creare un utente di root separato.

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E veniamo al partizionamento. Vi mostro quello guidato.

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Una volta che il sistema ha creato le partizioni secondo i propri parametri, ve le propone, e avete modo di modificarle in “modalità esperto”.

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Proseguendo, ecco un’altra idea carina: posso personalizzare alcune funzionalità già prima di installare il sistema.

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Mi viene poi chiesto se voglio scegliere in automatico il server più prossimo a me per lo scaricamento di pacchetti.

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E vai che andiamooo… parte l’installazione.

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21 minuti dopo è terminata! Niente male, rapida e liscia.

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Riavvio e sono pronto al primo login.

Primo accesso e utilizzo

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Una volta entrati nella sessione di lavoro, la scrivania appare decisamente minimale. Un pannello in basso senza un menù né lanciatori, a destra l’orario, cliccando il quale appare un calendario.

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Per fare apparire un menù di sistema, basta cliccare col destro ovunque sulla scrivania.

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Il menù è strutturato a livelli successivi, in modo molto classico e semplice (ancamò).

L’ambiente desktop, che sfrutta il gestore di finestre Openbox mischiandolo con alcuni tool di LXDE LxAppearance, il gestore di file PcManFM e altri), è minimalista ma molto curato. Una chicca sono ad esempio alcune applicazioni (scorciatoie web in realtà) dedicate a social network come Facebook e Twitter.

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Provo ad aprire il browser predefinito, Chromium, la versione a sorgente aperto di Google Chrome. I video di YouTube funzionano egregiamente grazie all’OK ai software di terze parti che ho dato in fase di installazione.

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E senza applicazioni aperte quanto consuma il sistema? Il task manager mi segnala una distro effettivamente molto leggera.

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E per installare nuovi programmi? Non esiste un gestore software come può essere il software center di Ubuntu o Mint, ma c’è il buon vecchio gestore di pacchetti Synaptic. Fa comunque il suo dovere.

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Personalizzazione

Scegliendo le preferenze dal menù ritrovo le varie funzionalità proposte prima dell’installazione, e posso abilitarle o meno, anche in dettaglio:

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E veniamo ora a una delle feature nuove di questa versione 6: la gestione semplice (+1!) dei lanciatori sul pannello. Scegliamo dal menù Applicazioni > Preferenze > Pannello ed ecco che possiamo aggiungere i programmi che vogliamo, trascinarli per definire l’ordine che vogliamo, e farli così apparire a sinistra del pannello.

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Purtroppo non ho trovato modo di aggiungere lanciatori alla scrivania e neanche di aggiungere al pannello scorciatoie che portassero alle risorse, cioè non ad applicazioni ma a dischi e cartelle. Un po’ scomodo dover fare tasto destro e poi Risorse > Home ogni volta.

Possiamo naturalmente personalizzare lo sfondo della scrivania o altri aspetti, quale il tema, le icone o le decorazioni delle finestre, o abilitare suoni di sistema. Non ho trovato il modo di personalizzare il colore, la trasparenza, l’altezza o la posizione del pannello.

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A questo punto decido che ho visto abbastanza e arresto il sistema.

Conclusioni

Semplice Linux 6 mi è piaciuto. Parecchio. Mi aspettavo un sistema minimal.. e lo è, ma non nel senso che credevo – o temevo – io. Il sistema è semplice di nome e di fatto nel senso della filosofia KISS (Keep It Simple Stupid!) che sposa: pochi fronzoli, niente ridondanze, essenziale e funzionale. Ma oltre a questo, leggerissimo in termini di risorse, ed elegante. Molto ben curato davvero.

Chiaramente la distro è giovane, così come i suoi autori cui vanno i miei più sinceri complimenti dato che a 18 anni mi dilettavo in fumetti con protagonisti i miei prof del liceo e attività più divertenti ma meno intellettualmente stimolanti 😉 I margini di miglioramento dunque ci sono, ma il lavoro svolto è comunque giù di un livello alto.

Non consiglierei Semplice a un utente medio proveniente da Windows, ma senz’altro a un utente già abituato a sistemi Linux e in cerca magari di un sistema più pulito e leggero, o a chi ha esigenze semplici nell’utilizzo del pc e non è stato influenzato dall’utilizzo di Windows o di un altro SO.

In conclusione, un sistema operativo interessante, un progetto che mi ha incuriosito e sorpreso positivamente, su cui tenere un occhio nei prossimi mesi.

Ecco qui il sito ufficiale di Semplice Linux, che gli sviluppatori hanno deciso di tenere solo in lingua inglese, ma con dei forum di supporto anche in italiano.

 

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