Linux per il grande pubblico, perché Unity può farcela

keep_calm_and_run_ubuntu___by_seskima-d53uvyyQuesto articolo fa seguito al mio post precedente in cui analizzavo come Unity, il discusso DE predefinito di Ubuntu, offra probabilmente meno dei DE tradizionali ai linari di lungo corso, ma copra sufficientemente le esigenze di un utente medio.

Qui vorrei spingermi oltre. Spiegherò come – secondo la mia modesta opinione – Unity sia stata la scelta più intelligente per provare a vincere una sfida: portare Linux al grande pubblico.

[banner size=”468X60″]


Grande quanto?


Per “grande pubblico” intendo sostanzialmente chi oggi usa un computer con un SO Windows e/o un telefono Android. Cioè la stragrande maggioranza di chi oggi nel mondo usa un computer, che lo compra al supermercato come un normale elettrodomestico e spesso non sa neanche cosa sia Linux (o cosa sia un sistema operativo).

Usassero Winzozz!

Prima obiezione del linaro duro e puro. Linux non è per tutti. Non è che non sia user friendly. E’ solo un po’ selective with his friends 😉
Non sono d’accordo. Linux è grande, e grazie ai diversi DE e alle varie distro sappiamo come possa adattarsi a svariati utilizzi e tipologie di utenti. Prima o poi dedicherò un articoletto approfondito alla nonna di mia moglie, 88 anni compiuti, che come cito nelle “Info” di questo blog usa da oltre un anno Xubuntu con successo e ci videochiama pure con Skype! Una grande! Ora, lei è sicuramente una grande, ma vi assicuro che non sa ricompilare il kernel e il computer ha iniziato a usarlo dopo gli ottanta, con Windows Vista del PC che le avevano dato “quelli della Telecom” con l’ADSL. Ora, se lo usa lei, Linux può essere sicuramente usato da utenti inesperti di informatica, basta scegliere il sistema più adatto.

Chissenefrega se lo usano più persone

A questo punto il linaro inossidabile di scuola talebana sfodera l’argomento “chemenefuttammìa se invece del 2% dei desktop Linux andasse sul 20, o sul 50, o sull’80%?” L’è istèss. Eh no, non credo che faccia lo stesso. Una maggior diffusione, pur portando anche problemi come una maggior diffusione di virus e malware, porterebbe benefici, come maggior compatibilità hardware, di driver (basti pensare ai contributi di Valve direttamente al kernel), e molto più software disponibile. Software proprietario? In larga parte sì. Ma molte di quelle applicazioni oggi non hanno purtroppo alternative open. Mia moglie sul portatile ha Windows, perché è architetto e le serve autoCAD (no, emulato non funziona uguale). Se autoCAD fosse portato nativamente per Linux, userebbe sì ancora un programma proprietario, ma su un OS libero!

Ok diciamo che m’hai convinto. Ma perché usare quella m3rd4 di Unity?!

Dopo questo lungo preambolo eccomi infine all’oggetto vero di questo post. Perché.. PERCHÉ Unity?!!
Ora, che io uso KDE l’ho già scritto e non mi ripeto. Per un utente alle prime armi ho sempre pensato che la cosa migliore fosse un ambiente desktop “classico” che ricordasse il più possibile Windows (dal 95 a Vista, per intenderci). E’ stato così per me con la mia prima distro, Mandrake con KDE 3 nel 2003. Ho fatto così con le persone che ho introdotto (e ancora lo usano) al pinguino: Linux Mint o Xubuntu, come per la nonna sopra citata. Te la vedi a usare la dash?!!
E allora perché Canonical non dovrebbe buttare nel ces…tino tutto e tornare a Gnome, o Mate o Xfce o Cinnamon? Perché un conto è consigliare un’alternativa a un amico, un conto è proporre un prodotto sul mercato. E sul mercato non puoi proporre un surrogato. Neanche se costa meno. Perché l’originale è sempre meglio della copia.

Ragionate: perché mai una persona (ignara – almeno per il momento – della filosofia Open Source e della differenza col sw proprietario) dovrebbe comprare un portatile con una cosa che sembra Windows ma non lo è (e noncigira Photoshop craccato, cazzo!)? Perché comprare un telefono con un robo tipo Android ma tarocco perché non c’ha il gugol play?

Non ne ho la controprova e figuratevi se scommetto denaro, ma.. secondo me avrebbe più chance una cosa del tutto nuova. Che si distingua. Originale. Apple ha sempre puntato sul “think different” e ha avuto ragione. Oggi uno vede una dock e pensa al Mac. E allora credo che Ubuntu abbia fatto bene a fare un sistema con la barra a sinistra. Che la vedi a sinistra e dici “ah, è Ubuntu!”. Non si può spostare? A me dà fastidio fisico, ma <notiziona>alla maggior parte della gente non interessa un tubo spostarla!</notiziona>.

Oltre alla riconoscibilità e all’originalità, credo che qualcosa di buono Unity ce l’abbia, porello. La dash e il fatto di accentrare lì tutte le ricerche locali e web (fatto magari un po’ meglio) è una figata. Così come integrarvi i pagamenti online o altri servizi. Le “lenti” personalizzate di terze parti sono estensioni utilissime. La convergenza dei device è una direzione affascinante. Io resto dell’idea che il desktop sia il desktop, ma l’avvicinamento delle diverse interfacce può essere utile per molti. Così come l’idea di avere un unico dispositivo, uno smartphone, che attaccato a uno schermo e a una tastiera diventa un PC. Se Canonical vuole avere qualche chance di ritagliare spazio per Ubuntu, fa bene a rischiare e a provare a giocare sul terreno di domani, non su quello dell’altroieri.

E di Open Source cosa rimane?

Tutto. E’ pacifico che Canonical sta dietro a Ubuntu ed è un’azienda, il cui scopo è far profitti. Ma fa profitti con software il cui sorgente è aperto, che è disponibile gratuitamente ed è liberamente modificabile e biforcabile da chiunque. Ricordiamoci sempre che il free software è free come in free speech, non come in free beer.

Bene. Ho concluso il mio pensiero su questo argomento. Anzi no, concludo con un appello: Troll di tutto il web, sono qui! Insultatemi, denigratemi, criticatemi (no stavolta non potete bannarmi e spero non mi quereliate), ribattetemi con le vostre idee.  Cazzo se con questo post non riesco a suscitare qualche commento mi deprimo più di Casini dopo le ultime elezioni, non potete farmi questo 🙂

Un saluto, vostro fiducioso
Tall

 

  • Kevin

    questa è la dimostrazione di come le logiche commerciali uccideranno linux.

  • Walter Ego

    Rispetto la tua opinione ma secondo me Linux deve essere “altro”. Cioè un’alternativa non solo come software in sè ma anche come modello organizzativo. Ubuntu secondo me avrebbe dovuto mettere al centro di tutto una fondazione e una comunità, come ha fatto Mozilla, poi supportata anche da aziende tra cui Canonical e da privati cittadini. La direzione dettata dalla comunità, non imposta dall’alto, anche se magari poi hai ragione tu ed è stata la scelta azzeccata. Io la vedo così

    • thetall82

      Ti ringrazio e chiaramente anche io rispetto la tua come quella di chiunque 🙂
      Io credo che siano modelli diversi. La fondazione e la comunità direttamente responsabile delle scelte vanno benissimo. Però in questo caso credo delle decisioni “dall’alto” o comunque “dall’esterno” fossero necessarie. La comunità infatti, è composta dagli utenti esistenti, e come ho cercato di spiegare in questo post credo che le loro esigenze (e quindi la direzione in cui si muoverebbero) sia diversa dal famoso “grande pubblico” di cui parlo. Credo comunque che un’azienda che un’azienda che opera nell’open source, per quanto sempre profitto debba fare, dia comunque un contirbuito diverso allo sviluppo e alla comunità rispetto a un’azienda che produce sw proprietario, e quindi sia anch’essa in qualche modo un “modello alternativo”.

  • mariorava

    Sono d’accordo sulla sostanza di quanto scrivi. Appena uscì Unity il mio pensiero più gentile fu “una cxxxta pazzesca! (cito Paolo Villaggio) ed ovviamente, sui 3 pc che uso – in dual boot perchè sì alcuni sw proprio linux non li ha ancora – installai la versione gnome-classic. Il problema vero mi si pose quando Unity fu imposto: la mia tentazione fu, ovviamente, installare un altro DE. Poi ho pensato di provare perchè, forse, Canonical aveva dei piani di sviluppo a lungo termine e motivazioni per proporre un sistema così di rottura, Ora dopo decenni di abitudine a Win (dalla 3.1 in poi) anche lì cerco la dash e la barra dei launcher: segno che l’ergonomia è decisamente superiore. Lo stesso Unity all’inizio zoppicante ora migliora di rilascio in rilascio. A questo punto sarebbe bello avere anche ubuntu-touch e ubuntu-smartphone.
    P.S. devo confessare di aver installato tint2 perchè senza la barra inferiore delle applicazioni aperte mi sento perso…

    • thetall82

      Capisco quanto scrivi. Se uno non prova mai cose nuove, non sa se effettivamente esiste un modo di lavorare migliore di quello che sta seguendo, e che gli sembra ottimo. E’ per questo che si suo dire che per disegnare l’usabilità di un software non si deve chiedere all’utente che lo usa; lo si deve osservare.

      Poi, così come tu hai installato la barra inferiore, io sul desktop ho addirittura scelto un altro DE. Sul portatile sto provando Unity e ho modificato tema e icone. Il bello di Linux è che bene o male puoi renderlo ciò che vuoi. Ma qui la questione è: per l’utente medio che non vuole customizzare nulla, Unity può essere una buona scelta. Secondo me sì e ora vedremo come si andrà ad avvicinare la versione desktop/laptop a quelle mobili… come te sono curiosissimo 🙂
      Grazie del commento e buona serata!

  • daniele

    Sono d’accordo con quanto scrivi! E conoscendoti e sapendo quanto ti piace KDE devo dire che sai essere molto obiettivo 🙂
    Kudos a Tall!