La mia recensione di Ubuntu 13.10

A tre giorni dal suo rilascio stabile, ecco una mia recensione di Ubuntu 13.10 “Saucy Salamander” dopo averla installata e provata per una giornata.

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Questa nuova versione è stata presentata da Canonical come “Faster & Smarter”, ed è esattamente quello che è. Più veloce, perché l’ambiente grafico Unity e tutta la distro appaiono più reattivi, e più intelligente nel suggerire risultati aggiuntivi alle ricerche fatte dalla dash, grazie agli “smart scopes” arrivati con questa release. Ed è più o meno tutto quello che è 😛  Infatti non ci sono altri grossi cambiamenti degni di nota.

Il grande assente della 13.10 desktop è il nuovo server grafico Mir svilluppato da Canonical che – grazie al livello di retrocompatibilità XMir – avrebbe dovuto essere default per le schede grafiche in grado di supportarlo. Così non è stato perché il software non è stato giudicato pronto, ma Mir ha invece fatto il suo debutto con la versione mobile, Ubuntu Touch.

E ora vediamo un po’ più da vicino la Salamandra Impertinente (o Sugosa?)…

Installazione

Il processo di installazione differisce poco rispetto alla precedente versione.  La iso di Ubuntu (e di altre derivate) supera il limite di 700 MB di un normale CD e va quindi masterizzata su un DVD o messa su una chiavetta USB. Una volta fatto il boot, la si potrà provare live, oppure installarla. L’installer, come dicevo, non è cambiato rispetto alle versioni recenti. Propone la scelta della lingua, se scaricare meno aggiornamenti e software di terze parti (codec e plugin proprietari) durante l’installazione, e poi una serie di informazioni sulla mappatura della tastiera e il fuso orario. Si procede poi a decidere il partizionamento del disco (che supporta anche le partizioni logiche LVM) e a creare il proprio username principale.

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L’unica novità evidente è la possibilità di configurare direttamente in questa fase il proprio account Ubuntu One (il servizio cloud storage di Canonical) o crearne uno nuovo. Il passaggio è totalmente facoltativo.

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Un primo sguardo al sistema

Una volta terminata l’installazione, la scrivania appare così:

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Lo sfondo predefinito è la solita variante dei colori viola e arancio della distro sfumati tra loro. Le icone nella barra a sinistra – il launcher – sono le solite, con il pulsante per aprire il menù a tutto schermo (la dash), il gestore di file Nautilus per navigare tra le proprie cartelle, l’ultima versione stabile del browser web Firefox (la 24), alcuni programmi della suite per ufficio Libre Office, il software center per installare nuovi programmi, le icone dei servizi Ubuntu One, Amazon, Ubuntu Music, e infine le impostazioni di sistema. Il kernel predefinito è il 3.11.0.

Come di consueto è possibile personalizzare alcuni aspetti del sistema, come ad esempio la grandezza in pixel delle icone del launcher o lo sfondo di scrivania.

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Unity non è un desktop environment che si presti a personalizzazioni spinte, ma se si vuole modificare qualche particolare consiglio di aprire il software center e installare l’ottimo tool (di terze parti) Unity Tweak Tool.

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Aprendo Firefox e visitando alcuni siti che supportano le cosiddette “web app” di Ubuntu – come ad esempio Gmail – potremo installarle, generando un’iconcina nel launcher che ci permetterà di accedere rapidamente alle funzionalità principali di quell’applicazione. Nel caso dell’email di Google, leggere o comporre messaggi, ad esempio.

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Se in fase di installazione si sono inclusi codec e plugin di terze parti, il multimedia e i video in flash non daranno problemi. Il mio abituale test con l’ultima puntata dello show del buon vecchio Crozza lo ha confermato.

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Le novità

E veniamo a quel che c’è di nuovo. Inizio con una piccola feature minore ma che può risultare utile ad alcuni. Nel pannello in alto è comparsa l’indicazione della disposizione della tastiera, che è possibile cambiare o personalizzare facilmente tramite un’apposita applet.

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Ma – come scritto in apertura – il piatto forte di questo rilascio sono i famosi Smart Scopes. Essi sono dei servizi integrati nel sistema di ricerca della dash che forniscono suggerimenti a integrazione delle ricerche effettuate dall’utente. I suggerimenti vengono presi da decine di fonti diverse, come Amazon, eBay, Wikipedia, per citarne solo alcune.

Questo può risultare molto utile se si sta cercando un’informazione online o un prodotto, come in questa prova pratica che ho fatto digitando “Volto Nascosto Bonelli”:

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I risultati ottenuti si riferiscono in effetti a ciò che avevo in mente, cioè una bella mini-serie italiana a fumetti del 2007. Anche se togliendo “Bonelli” i risultati peggiorano decisamente in qualità. Però, a detta degli sviluppatori, il sistema “impara” man mano dalle nostre ricerche. Fatto che fa ben sperare per la raffinatezza dei risultati proposti ma fa anche un po’ preoccupare se si pensa alle implicazioni che questo ha sulla privacy personale (e alle implicazioni legali riguardo a recenti normative Ue). Ma vabbè, rimaniamo sulle questioni tecnico-operative.

Ecco le fonti degli Smart Scopes attive al momento della ricerca. Posso disabilitarne alcune o tutte se non le ritengo utili.

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Se questi suggerimenti possono aiutare nel trovare informazioni o prodotti, a mio avviso possono invece dare noia mentre si cercano applicazioni o file sul proprio computer. Con effetti talvolta imbarazzanti e pericolosi, come ha scoperto sulla sua pelle nientepopodimenoche il predecessore di Papa Bergoglio.

Le novità del desktop finiscono più o meno qui, ma questa release era attesa anche per un altro motivo. Coincide infatti con la prima versione stabile di Ubuntu Touch, sistema operativo mobile che dovrebbe portare la distro preinstallata su tablet e smartphone entro la prima metà del 2014. Insomma un primo passo verso la convergenza dei device che si dovrebbe concretizzare con Unity 8. Non sono in grado per ora di fornirvi una recensione di Ubuntu Touch, ma ne trovate di ottime sul web, anche in italiano, come questa di Chimerarevo.

Però da Ubuntu 13.10 potete facilmente installare (sempre dal software center) una versione alpha di Unity 8, e poi lanciarla digitando

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da terminale. Ecco il risultato:

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Lo sfondo si adatta in tempo reale a quello del desktop. E allargando la finestra, l’interfaccia si adatta in modo “responsive” trasformandosi da quella per telefoni a quella per tablet.

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Non che ci si possa far molto per ora. Ma del resto un bel watermark sullo sfondo ci avvisa che è una “early alpha release” per cui, curioso avvisato non diventa incazzato, come si suol dire…   (:-/

Conclusioni

Che dire? Release non certo eccitante dal punto di vista delle novità, ma un altro passo in avanti che continua la strada intrapresa con la 13.04 di maggiore reattività e velocità, limando e perfezionando piccoli aspetti, e che si affaccia sul prossimo grande passo, la “next big thing” di Ubuntu: la convergenza. Un sistema operativo per qualunque dispositivo. Le premesse ci sono tutte, ora non resta che attendere e vedere 🙂