La mia recensione di Lubuntu 13.10

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Dopo aver recensito Ubuntu 13.10 passo a una derivata, la sua versione con ambiente LXDE. Questa recensione di Lubuntu 13.10 è stata ispirata da fatto che sto valutando di migrare il computer dell’ormai famosa nonna di mia moglie da Xubuntu a Lubuntu per velocizzarlo ulteriormente. Ma LXDE e la distro saranno abbastanza maturi da prestarsi allo scopo? Vediamo…

Allo scopo ho utilizzato una macchina virtuale con 500 MB di RAM fatta con VirtualBox sul mio pc fisso. Dando una scorsa alle note di rilascio di questa versione non noto enormi differenze rispetto a quella precendente. Segnalo solo  la scelta di Firefox come browser predefinito rispetto allo storico Chromium.

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Salto la parte relativa all’installazione perché è praticamente identica a quella vista per Ubuntu e più o meno tutte le derivate. Terminato il processo dell’installer e riavviato, ecco la schermata di accesso:

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Digitiamo la parola d’ordine ed eccoci al desktop:

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La scrivania è classica di LXDE, ambiente spartano e votato alla leggerezza, ma a modo suo elegante. Un pannello in basso configurabile in altezza, sfondo e applet da inserire o togliere, e a sinistra l’icona del menù principale.

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Il menù permette di accedere ai programmi installati nel sistema ed è organizzato in categorie e sottocategorie a cascata. Cliccando col destro su un’applicazione è possibile aggiungere alla scrivania la sua icona con la scorciatoia per lanciarla.

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Dato che la caratteristica fondamentale delle distribuzioni equipaggiate con LXDE è la leggerezza, vediamo dal task manager il consumo di risorse. Come potete notare dalla schermata qua sopra direi che è più che soddisfacente “a riposo”. E – dalla schermata qui sotto –  direi che lo è anche con un po’ di programmi aperti contemporaneamente:

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Per installare o rimuovere programmi ecco il Lubuntu Software Center.

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Il funzionamento è questo: si cerca un’applicazione e, per installarla, prima la si “aggiunge al carrello”, termine forse un po’ fuori luogo perché fa pensare a un negozio online mentre qui quasi tutte le app sono gratuite 😛

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Dopodiché, spostandosi nel carrello, vedremo le applicazioni scelte e sotto il loro nome potremo vedere i singoli pacchetti necessari alla loro installazione.

Una cosa bizzarra che ho notato è che passando dalla schermata di ricerca (Scarica software) al carrello e viceversa, per alcuni secondi il consumo di CPU schizzava al 100%. Ma forse è un problema legato alla mia macchina o alle vm in generale.

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L’installazione dei programmi prosegue poi liscia e una notifica appare una volta completata l’operazione.

Se invece di installare voglio annullare l’operazione, posso farlo. Ma non ho invece modo di rimuovere un singolo programma dal carrello, o per lo meno io non l’ho trovato. O installo tutto quello che ho scelto, oppure annullo tutto e rifaccio da capo la scelta delle applicazioni da scaricare.

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Veniamo ora a un tasto fino a un paio d’anni fa dolente per LXDE: la facilità di personalizzazione dell’ambiente.

Mi sbilancio subito: rispetto all’ultima versione provata, su Lubuntu 11.10, sono stati fatti passi da gigante.

Destrocliccando sulla scrivania potremo cambiarne le preferenze, tra cui il tipo di carattere e la grandezza, e naturalmente lo sfondo, con la possibilità (che GNOME ancora oggi NON ha nativamente) di impostarne uno diverso per ciascuno spazio di lavoro.
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Gli spazi di lavoro hanno un loro pager, ma cliccandoci sopra per lanciare il menù delle sue impostazioni, esso va in crash prima di aprirsi:
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Invece aprendo la stessa applicazione (Openbox configuration manager) dal menù principale, tutto funziona.

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Veniamo ora al gestore dei file, PCmanFM 1.1.2. Leggerissimo e reattivissimo ma con tutte le funzionalità base (e non solo) che ci si aspetta da un file manager. Menù contestuali, navigazione a schede e quant’altro.

Dall’elenco delle risorse a sinistra si può anche accedere al cestino, che non ho trovato il modo di aggiungere alla scrivania (se non creando manualmente una scorciatoia col percorso). Ma ricordo che nella versione di LXDE che provai su Mint nel 2009 il cestino semplicemente non esisteva. Se cancellavi un file facevi proprio un remove secco e ‘zzi tua se ti eri sbagliato 😛  Tutto molto migliorato da allora, per fortuna.
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Sempre in tema di configurazione ecco un altro compito che reputo banale ma che mi ha messo in difficoltà: rinominare le icone che avevo creato sul desktop. “Ma va.. ma come non riesci a rinominarle?! E’ una cagliari-atalanta, basta fare tasto destro e poi rinomina”… e no! Ecco quello che ti fa rinominare in questo modo:
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“Va be’ stordito, hai la flessibilità di un crucco congelato.. un po’ di fantasia, sarà tasto destro e poi Proprietà”. Macché! Così facendo ti mostra il nome ma mica te lo fa modificare manco coi permessi root, pope, god.. nada de nada 😉
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Volete sapere come fare? L’ho scoperto sgoogolando un po’. Tasto destro e… apri con leafpad, cioè l’editor di testo!
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E poi rinomini la voce relativa alla lingua che stai usando, nel mio caso [it].

E detto tra noi, che figo è il nome francese “Logithèque Lubuntu”? I francesi mi stanno sulle balle ma le loro traduzioni sono sempre coerenti e ben fatte… forse “materiel” e “logiciel” rendono ancora più il concetto rispetto ad “hardware” e “software”.
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Ok, a questo punto ho considerato conclusa la mia breve escursione in Lubuntu e ho chiuso:
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Conclusioni

Mi è piaciuta Lubuntu 13.10? Risposta breve: sì!

Risposta un po’ più articolata. L’ho trovata miglioratissima rispetto alla 11.10 e – da quanto leggo sul web – le performance e il comportamento generale sono meglio anche rispetto alla scorsa versione, 13.04.

Davvero leggera e reattiva, con qualche piccolo baco e crashettino che probabilmente verrà sistemato nelle prossime settimane. Il sistema è comunque curato esteticamente e configurabile sotto molti aspetti, anche se non sempre in modo intuitivo.

A chi lo consiglierei? Sicuramente a chi ha un PC con risorse hardware scarse. E poi a una persona che ha voglia di smanettare per configurare, oppure al contrario a chi non personalizzerà mai nulla: gli fai il computer e gli configuri tu tutto, lui non modificherà nulla che non sia lo sfondo. Per queste tipologie di utenti Lubuntu è adattissima, a mio parere.

Lo consiglierò alla nonna? Penso proprio di sì. Se poi lo installerò dipenderà da lei…e naturalmente dal Gran Consiglio dei Suoceri 😉

  • Alessandro Vetere

    Bella recensione! Uso abitualmente Lubuntu sul mio Netbook e ho aggiornato ieri alla 13.10, in quanto a reattività e leggerezza non ha eguali…
    Mi dispiace forse un pò che quello che prima era Ubuntu ora lo è solo Lubuntu, cioè un SO leggero e veloce…

    • thetall82

      Grazie 🙂 Ubuntu ha scelto la strada che ritiene più opportuna per raggiungere un obiettivo ambizioso. Preferisco altri ambienti a Unity, anche se ha il pregio di rendere la distro immediatamente riconoscibile: intervistavano pochi minuti fa in tv una ragazza che fa il telelavoro e mi è bastata l’inquadratura di due secondi per vedere Ubuntu sul suo portatile. Credo che il mix dei vari gusti delle *buntu copra tutte le varie esigenze. Se si vuole leggerezza Lubuntu mi sembra ormai un sistema maturo e quasi al livello di completezza di Xubuntu, ma decisamente più leggera.

  • Mi sembra un ottimo sistema operativo: leggero, molto versatile, comodo e veloce. Avrà di sicuro anche dei difetti ma si possono correggere con il lavoro 🙂
    Io lo sto usando. Ho notato alcuni problemi, ad esempio quando ho installato Ubuntu Software Center, iniziai ad avere problemi con le finestre, il bottone della chiusura “x” è praticamente sparito assieme ai suoi fratelli. Poi, quando si installano programmi provenienti da Microsoft o quelli che hanno a che fare con WN MS quando vanno rimossi, qualcosa di loro rimane comunque: icone, immagini, ecc… e bisogna rimuoverli manualmente.
    A parte tutto mi trovo benissimo con Cairo-Dock ad esempio o con Ubuntu-Tweak o Bleachbit che puliscono bene il sistema.
    Con alcuni giochi ci sono dei problemi, ad esempio MegaGlest… si apre, ma non parte… appena inizio una partita si chiude tutto il programma. Di giochi ce ne sono ovviamente, ma la maggior parte sono ancora in fase di miglioramento. Ovvio, GNU/Linux ha ancora bisogno di tante mani d’aiuto! 😉
    Jan

  • Leonardo Verona

    Lubuntu + cairo-dock per me la migliore distro sul notebook: la batteria ti dura quasi il doppio 8-D

    Leo

  • ottima recensione. Ho installato lubuntu da poco e confermo tutto