Ubuntu 13.04: la mia recensione

Dopo aver scritto delle principali novità in arrivo con l’ultima versione di Ubuntu, la 13.04 a.k.a Raring Ringtail, ecco una breve recensione un po’ più strutturata, basata su una prova “con mano” della distro.

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Iniziamo col dire che alcune delle feature “chiave” di questo rilascio, come gli “Smart Scopes” – gestore centrale intelligente delle ricerche da dash – e lo strumento per effettuare pagamenti online direttamente dalla dash, sono stati abbandonati strada facendo perché giudicati ancora non sufficientemente stabili e maturi.

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Vediamo ora più in dettaglio il sistema a partire dall’installazione.

Installazione

Il processo di installazione differisce poco rispetto alle precedenti versioni recenti.   La iso di Ubuntu (e di altre derivate, ultima in elenco Xubuntu) supera il limite di 700 MB di un normale CD e va quindi masterizzata su un DVD o messa su una chiavetta USB. Una volta fatto il boot, la si potrà provare live, oppure installarla. L’installer, come dicevo, non è cambiato rispetto alle versioni recenti. Propone la scelta della lingua, se scaricare meno aggiornamenti e software di terze parti (codec e plugin proprietari) durante l’installazione, e poi una serie di informazioni sulla mappatura della tastiera e il fuso orario. Si procede poi a decidere il partizionamento del disco (che supporta anche le partizioni logiche LVM) e a creare il proprio username principale.

Dopodiché, raccolte tutte le informazioni, il sistema prosegue con l’installazione proponendoci delle slide con le novità principali di questo rilascio.

Ecco alcune schermate del processo d’installazione:
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Primo accesso, impostazioni e programmi predefiniti

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Terminato in circa mezz’ora l’installazione del sistema, ed effettuato il login, mi trovo davanti al desktop nella configurazione di default:


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La barra a sinistra, il launcher, presenta alcune nuove icone tra quelle del set predefinito, tra cui quella che apre la dash, la prima in alto in figura, quella per aprire il file manager Files (Nautilus), le seconda dall’alto e l’icona dell’Ubuntu Software Center, la settima.

Aprendo la dash e digitando il nome di un file o di un programma si nota maggiore fluidità rispetto alla precedente versione 12.10. E’ stata anche introdotta una funzione di tolleranza all’errore, che suggerisce risultati pertinenti in caso di un possibile errore di digitazione: ad esempio se digito “fifox” mi verrà proposto “firefox”.

Tra i programmi presenti di default i cambiamenti degli di nota riguardano la sostituzione della lente gwibber con la lente “Friends”, di cui parleremo più avanti, e l’avanzamento di LibreOffice alla versione 4.

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Firefox, presente nella più recente versione 20, consente di riprodurre streaming e video correttamente “out of the box”, se in fase d’installazione abbiamo consentito di installare codec e software di terze parti.

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Inoltre la 13.04 è la prima versione ad avere di default la versione stabile del client videoludico “Steam for Linux”, installabile dall’Ubuntu Software Center.

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Personalizzare il sistema

Nel launcher troviamo anche le icone di Ubuntu One (settima dall’alto), Amazon (ottava) e Ubuntu Music (nona), che possono essere disabilitate dalle impostazioni. Così come possono essere invece mostrate, da Impostazioni di sistema > Aspetto  > Comportamento possono essere abilitate le icone “Mostra la scrivania” e “Spazi di lavoro” (scambiadesktop) che in questa versione non è abilitata di default.

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Cliccando sul tasto destro posso cambiare lo sfondo della scrivania e modificare altre impostazioni.

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Per effettuare modifiche più profonde, come il cambio di tema o set di icone, la gestione dei caratteri, la gestione dell’aspetto delle barre di scorrimento e altro, consiglio di installare il programma Unity Tweak Tool, non presente di default ma installabile dai repository ufficiali tramite Ubuntu Software Center.

Feature

Per l’elenco delle feature principali del rilascio vi rimando a questo articolo.

Durante la rencensione mi sono però soffermato su un’aspetto interessante di Ubuntu 13.04 Raring, e cioè l’integrazione con i social network e gli altri account online.

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Dalle Impostazioni di sistema (decima icona del launcher dall’alto, in figura), selezionando “Account online”, potremo inserire le credenziali dei nostri profili Facebook, Twitter, Gmail, Yahoo o altro. A seconda del servizio, saranno possibili delle integrazioni automatiche con il browser, la dash o altre parti del sistema.

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Integrando un account Twitter potremo vedere dalla dash i nostri cinguettii e quelli dei profili che seguiamo. Abilitando Facebook, potremo attivare la lente Friends nel dash, e da lì ad esempio cercare immagini presenti nel nostro account di FB o in quello dei nostri amici, e così via. Chiaramente in fase di attivazioni ci verrà richiesto di autorizzare il sistema a compiere tali operazioni.

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Non sono personalmente un utilizzatore accanito dei social network, ma in generale l’integrazione con i nostri account online mi sembra molto utile e promettente. Purtroppo ho notato che l’integrazione con la dash è ancora piuttosto lenta, ma spero che in futuro, anche grazie all’arrivo degli Smart Scopes già dalla 13.10 anche questa parte diventi fluida e reattiva come il resto della distro.

Conclusioni

Sintetizzerei dicendo che questa mi sembra una versione “di passaggio”. Risolve parecchi bug e i problemi di lentezza che affliggevano la versione precedente, presentando un sistema nell’insieme reattivo; colgo l’occasione per segnalare un’interessante recensione in inglese di hecticgeek.com focalizzata proprio sulle performance della 13.04 in confronto con la 12.10. Questa release pone le basi per cioè che arriverà nei prossimi step verso “Unity Next”, l’interfaccia coerente su media diversi (pc, tv, smartphone, tablet) su cui Canonical punta da qui a 1 anno. Questo porta di conseguenza ai “contro” di questa versione: alcune cose, come l’integrazione con gli account online, appaiono molto migliorabili, ancora incompiute. E le “killer features” come gli Smart Scopes non sono arrivati.

Conviene aggiornare da una vecchia versione? Qui alcune mie considerazioni.

Come voto finale darei un 7/10  anzi diciamo.. un 7+ d’incoraggiamento 😉

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